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Le origini del nome Monte Veronese, risalenti ai primi anni del XVIII secolo, sono piuttosto curiose. Prima dell'avvento del frigorifero, il latte poteva subire un'acidificazione precoce e si preferiva quindi utilizzarlo per ricavarne soltanto formaggio che, prodotto da un latte molto magro, era detto tristo.
Per avere un formaggio migliore bisognava attendere due giorni di mungitura: si otteneva così un formaggio di latte intero, grasso, detto el latte delle do monte. Col tempo, si tramutò in formaggio grasso monte e, in seguito, in formaggio Monte Veronese.
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Dal gusto delicato e leggermente acido, il Monte Veronese latte intero è adatto come secondo piatto, a cubetti nelle insalate o a fette nei panini, per le fondute e sulla pizza.
La varietà d’allevo, dal gusto più marcato e deciso tipico del formaggio stagionato, è invece perfetta per creare ricette molto saporite, per gratinare le verdure, a scaglie con la polenta e per arricchire pasta e risotti.
Per una sfiziosa ricetta, date un'occhiata qui.
Chi l'avrebbe mai detto, il formaggio tristo! Del resto, se paragonato a una sostanziosa fetta di "latte delle do monte"... Che fame!
RispondiEliminaGià, il povero "formaggio tristo" non poteva competere!
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