Le personalità veronesi

Conoscere una città significa anche entrare in contatto con le personalità che ne hanno popolato la storia e arricchito la cultura. Eccovi un assaggio di alcune fra le più carismatiche figure veronesi!

Risulta impossibile non citare Gaio Valerio Catullo, uno dei maggiori poeti dell'antica Roma. Nato da un'abbiente famiglia veronese nell'87 a.C., si trasferisce nella capitale in giovane età per completare gli studi. Qui trova l'atmosfera ideale per lo sviluppo delle sue doti artistiche ed anche la sua musa ispiratrice: Lesbia, il grande amore della sua vita. La città scaligera ha dedicato al celebre autore il suo aeroporto internazionale.

Ritratto di Cangrande I della Scala
Uno dei monumenti più significativi della scultura veronese è la tomba di Cangrande della Scala, ubicata nella chiesa di Santa Maria Antica in Piazza Signori. Cangrande è l'esponente più amato e conosciuto della dinastia scaligera. Governatore di Verona dal 1311 al 1329, assicura alla città un florido periodo di pace. È un grande mecenate che accoglie nella sua reggia talentuosi poeti, scienziati e artisti. Fra questi vi è anche Dante, suo ospite dal 1312 al 1318. I due intrecciano una sincera amicizia e il poeta dedica a Cangrande la più importante catica della Divina Commedia, "Il Paradiso", in un testo intioloato "Epistola XIII".

Girolamo Fracastoro, eclettica figura dell'epoca rinascimentale, nasce nel 1478.  È medico, filosofo, astronomo, geografo, geologo e letterato, nonché collega e grande amico di Nicolò Copernico, professore di logica all'università di Padova e medico personale di Papa Paolo III (al secolo Alessandro Farnese). Sull'arco al termine di Via Fogge, c'è una statua che lo raffigura con in mano il mondo. Il popolo del tempo l'ha ribattezzata Bala del Fracastoro - il termine dialettale "bala" è il corrispettivo di "sfera" - e vi ha costruito attorno una leggenda: la sfera cadrà in testa al primo uomo onesto che vi passerà sotto. Dato che ciò non è mai accaduto e che la scultura si trova accanto al vecchio tribunale e ai palazzi del potere di allora, il popolino si è servito di tale storia per prendersi gioco di giudici, avvocati ed ogni rappresentante del potere.

Verona è inoltre la culla di pittori notevoli. Nè è un esempio Paolo Caliari, meglio conosciuto come "il Veronese", uno dei più grandi artisti dell'Italia rinascimentale, il quale lavora tra la sua città natale, Mantova, Padova, Vicenza e Venezia, realizzando dipinti con un vivace e spettacolare stile manierista.

Un altro raffinato artista è Angelo dall'Oca Bianca, nato nel 1858, pittore e maestro di stile proveniente da una famiglia d'umili origini e fattosi strada interamente grazie al suo talento. Le sue opere raggiungono i più grandi collezionisti e musei del mondo e, a Roma, egli viene persino presentato alla regina Margherita di Savoia, che gli commissiona numerosi quadri.

Emilio Salgari
Emilio Salgari, giornalista e scrittore, nasce nel 1862. Ricordato soprattutto per essere il "padre" di Sandokan e per il ciclo dei "Pirati della Malesia", Salgari è il precursore della letteratura fantascientifica in Italia. I suoi romanzi d'avventura ispirano una cinquantina di film e note serie televise. Nonostante il successo riscosso presso il pubblico, l'autore ha una vita travagliata e muore suicida nell'anno 1911. Riposa ora nel cimitero monumentale di Verona.

Una figura d'eccezione del panorama letterario è rappresentata dal poeta dialettale Roberto Tiberio Barbarani, detto Berto, nato nel 1872. Nel corso della sua carriera, è responsabile del Gazzettino e direttore del quotidiano l'Adige di Verona. La sua città natale lo commemora con una statua a margine di Piazza delle Erbe, da lui molto amata. Il volto di bronzo del poeta è rivolto verso il centro della piazza e guarda la statua di Madonna Verona, rappresentante la veronesità celebrata nelle sue poesie dal tono evocativo e malinconico.

A Giovanni Zenantello, tenore e impresario teatrale nato nel 1876, Verona deve la trasformazione dell'Arena in teatro d'opera, avvenuta nel 1913. Nello stesso anno, in occasione del centenario della nasciata di Verdi, egli produce un'indimenticabile Aida.

Giorgio Gioco e la moglie Jole
Se si parla di cucina veronese come nel caso del nostro blog, non si può infine non citare il grande chef  Giorgio Gioco, titolare dei 12 Apostoli, rinomato ristorante di Verona conosciuto già a partire dalla metà del Settecento ed ora uno dei Locali Storici d'Italia. Negli anni successivi alla prima guerra mondiale, il ristorante non è più solo tappa assidua dei veronesi, ma anche un luogo di ritrovo per i turisti in transito nella città. Negli anni Cinquanta, Gioco, ottimo cuoco, porta il locale ai massimi livelli della cucina italiana ponendo al centro i valori del territorio e della produzione locale. Oggi, dei 12 Apostoli si occupano Antonio, figlio di Giorgio, e la moglie Simonetta, i quali s'impegnano a tener vivo questo pezzo di storia gastronomica veronese in un mondo dinamico e sofisticato. Non mancano le iniziative culturali, in un connubio di sapori e tradizione.


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